Il Gruppo AXA pubblica la decima edizione del “Future Risks Report”, documento sui rischi emergenti a livello globale realizzato in collaborazione con IPSOS, attraverso un sondaggio che ha visto coinvolti 3.500 esperti di rischio in 50 Paesi e 20.000 persone da 15 Paesi, per comprendere e valutare la percezione della minaccia e dell'impatto dei rischi emergenti sull’intera società.
Il rischio climatico si conferma in cima alle classifiche in tutti i Paesi del mondo e, anche in Italia, continua ad essere quello maggiormente percepito, sia da parte degli esperti che dei cittadini.
I rischi cyber entrano nella Top 3 della popolazione generale, mentre erano già da 6 anni sul podio per gli esperti, che sollevano quest’anno anche il rischio di una guerra “cyber”, collegandola al rischio di un’instabilità geopolitica (terzo posto).
Tra le novità a livello globale, la preoccupazione sui rischi legati agli sviluppi dell'intelligenza artificiale e ai Big Data (al quarto posto), che registrano il maggior aumento nella classifica degli esperti, passando dal 14° posto nel 2022 al 4° posto nel 2023.
Si tratta di un tema su cui emerge ancora la scarsa consapevolezza dell’Europa e in particolare dell’Italia, dove nella Top 3 dei rischi maggiormente percepiti dalla popolazione, viene posto l’inquinamento, mentre persiste, al terzo posto, il timore per nuove pandemie e malattie infettive.
Il senso di vulnerabilità resta elevato in tutto il mondo: l’84% degli esperti si sente più vulnerabile rispetto a cinque anni fa a livello nazionale (rispetto al 76% nel 2020) e il 73% a livello locale (rispetto al 64% nel 2020). Una tendenza evidente anche nella popolazione generale, con un aumento del 7% in tre anni, sia a livello nazionale che locale.
A livello europeo, i cittadini italiani sono tra quelli che avvertono un maggiore senso di vulnerabilità sul loro territorio.
Ciononostante, in controtendenza rispetto allo scorso anno, cresce nei diversi Paesi la fiducia nei confronti di diversi attori nel limitare le conseguenze di nuove crisi globali, con un chiaro ruolo assegnato agli assicuratori.
In Italia, a titolo di esempio, sul cambiamento climatico, il 30% degli italiani sostiene che le istituzioni sono preparate nel gestirne i rischi (vs 27% del 2022) e cresce rispetto al 2022 la convinzione che il settore privato possa dare un contributo importante su questo tema (31% vs 26% 2022).
Il 92% degli esperti e il 65% dei cittadini (primi in Europa insieme agli spagnoli) ritiene, infine, che le assicurazioni avranno un ruolo importante nel limitare l’impatto dei rischi futuri sulla società.