AXA pubblica l’ottava edizione del “Future Risks Report 2021”, il documento sui rischi emergenti realizzato dal Gruppo AXA a livello mondiale, in collaborazione con l'istituto di ricerca IPSOS e la società di consulenza di analisi geopolitica Eurasia Group, attraverso un sondaggio che vede coinvolti 3.500 esperti di rischio di 60 Paesi, e 19.000 persone da 15 Paesi.
L’indagine, che ha lo scopo di comprendere e valutare la percezione della minaccia e dell'impatto dei rischi emergenti per l’intera società, nonché il modo in cui i rischi potrebbero avere un impatto sulle linee di business di AXA, su una selezione di 25 rischi, pone il cambiamento climatico al primo posto in Italia e in Europa, segnando un’inversione rispetto allo scorso anno, quando invece era la pandemia in vetta alla classifica. Diversa la graduatoria in America, dove il primo rischio emergente è la cybersecurity. La percentuale di esperti che selezionano la sicurezza informatica tra i loro primi cinque rischi dal 2018 ad oggi è passata dal 54% al 61%. Solo il 26% dei nostri esperti ritiene che i governi siano preparati ai rischi per la sicurezza informatica, una cifra che non è migliorata dalla prima volta in cui è stata posta la domanda nel 2019.
In Asia-Pacifico e Africa la pandemia e le malattie infettive rappresentano ancora il rischio più allarmante.
Nel nostro Paese il rischio pandemico scende in seconda posizione nella classifica degli esperti, ma rimane la massima preoccupazione dei cittadini, la cui vita quotidiana è ancora segnata dalla crisi sanitaria. In generale, l'indagine rivela un basso livello di fiducia nella capacità dei governi di affrontare questi rischi da soli. Di fronte a rischi sempre più complessi, più del 55% degli intervistati ritiene che un approccio collettivo e globale sia il modo più appropriato per proporre soluzioni efficaci, in Italia ne è convinto il 61% degli intervistati.
Gli italiani appaiono come i più preoccupati a livello globale per l’impatto che il rischio climatico potrà avere sulla società nei prossimi 5-10 anni. Il 76% degli esperti intervistati è convinto che il clima avrà un impatto significativo sulla società vs. una media mondiale del 56% e una media europea del 62%. La stessa proporzione si registra nel general public (58% vs. 46% media mondiale e 53% media europea).