Pubblicata la seconda edizione della ricerca promossa da AXA sulla salute e il benessere della mente, inteso come benessere emotivo, psicologico e sociale.
In questi mesi ancora segnati dalla pandemia, AXA ha avviato un’indagine sul benessere psicologico coinvolgendo 11.000 persone di età compresa tra i 18 e i 75 anni in 11 paesi europei e territori asiatici ( Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Irlanda, Belgio, Svizzera, Cina, Hong Kong e Giappone).
Si tratta dell’indagine più ampia mai lanciata dal Gruppo (in collaborazione con Ipsos) e restituisce una visione sullo stato di salute mentale, a seguito della pandemia, nelle diverse dimensioni della vita, dal lavoro alla scuola – dalla percezione del disagio emotivo a quella di stress, di ansia fino alla diagnosi della malattia, su quali siano i comportamenti e le azioni messe in campo per reagire allo stress e migliorare il benessere.
Per poter valutare lo stato di benessere mentale, AXA ha elaborato il Mind Health Index, un indice che mira ad identificare potenziali situazioni critiche e problemi, prima che diventino gravi e che fornisce indicatori sulle azioni possibili da mettere in atto cambiando abitudini e stili di vita per migliorare il proprio benessere.
Il Mind Health Index costituisce un passo concreto verso la comprensione degli aspetti alla base di una buona salute mentale, in tutte le sue sfaccettature, ma è soprattutto uno strumento strategico a supporto della politica, degli operatori sanitari, delle imprese e degli individui perché si realizzi un approccio olistico di promozione del benessere delle persone.
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Le evidenze del report per il sistema Italia
- L’Italia è tra i paesi meno felici tra quelli indagati, insieme a Francia e Giappone, confermando la tendenza emersa dalla ricerca del 2021: solo 1 persona su 3 dichiara di aver provato gioia nell’ultimo anno. E resta alta la percezione dello stigma sulla salute mentale: gli italiani tendono a non parlarne con i figli e sono tra le popolazioni meno propense in Europa a cercare sostegno da familiari e amici in caso di disagio mentale. Colpisce infatti che sia l'unico paese europeo dove il numero delle persone che hanno fatto autodiagnosi è superiore rispetto a quello di chi si è rivolto a uno specialista.
- A questo corrisponde una percezione elevata di stress: in Italia (come a Hong Kong, in Irlanda, e nel Regno Unito) oltre la metà dei rispondenti ha dichiarato di sentirsi stressato. Sebbene lo stress non sia classificato come una malattia mentale, può essere un primo passo verso l'ansia e la depressione.
- Per gli Italiani la pandemia ha avuto impatti negativi sulla salute mentale, seconda solo all’economia e all’occupazione. La ricerca suggerisce una tendenza globale a dare priorità alla propria salute mentale e l'urgenza di aumentare la consapevolezza per le soluzioni preventive.
- La ricerca conferma inoltre la tendenza emersa nell’indagine AXA dello scorso anno che vedeva le donne e i più giovani, e in Italia in particolare i bambini e gli adolescenti, tra le categorie più colpite nel benessere psicologico a causa delle restrizioni dovute alla pandemia (48% in Italia vs 33% global). Sempre in Italia, infatti, ben il 78% dei rispondenti ( vs 38% della media degli altri paesi) dichiara di aver perso l’accesso ai servizi di assistenza per l’infanzia e alla scuola in presenza.
Di fronte a queste sfide, AXA Italia promuove già da tempo un approccio olistico che mette la salute mentale e fisica allo stesso livello e l’accesso alle cure attraverso soluzioni innovative e tecnologiche, grazie alla piattaforma salute digitale AXA, che offre un percorso sanitario semplificato, dalla prevenzione delle malattie fino alla cura.
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